diumenge, 10 de juny del 2012

Escalada contra les Esglésies a l'Iran i Síria


Foto: ASIA/SIRIA - Ultimatum ai cristiani: “Via da Qusayr”

Qusayr (Agenzia Fides) – Esodo dei cristiani nell'Ovest della Siria: la popolazione cristiana che era rimasta nella cittadina di Qusayr, nei pressi di Homs, è fuggita in seguito a un ultimatum lanciato dal capo militare dell’opposizione armata, Abdel Salam Harba. E’ quanto riferiscono fonti locali di Fides segnalando che, in seguito allo scoppiare del conflitto, dei diecimila fedeli che abitavano la cittadina, ne erano rimasti solo mille, che ora sono stati costretti a fuggire in fretta a furia. Alcune moschee della città hanno rilanciato il messaggio, annunciando dai minareti: “I cristiani devono lasciare Qusayr entro sei giorni, che scadono questo venerdì”. L’ultimatum, dunque, è scaduto ieri, 8 giugno, e ha prodotto paura fra la popolazione cristiana che aveva ricominciato a sperare dopo la presenza di padre Paolo Dall’Oglio, il gesuita che si era fermato a Qusayr per una settimana, con l’idea di “pregare e digiunare per la pace, nel bel mezzo del conflitto” (vedi Fides 30/5/2012). 
La ragioni di questo ultimatum restano oscure. Secondo alcuni, esso serve a evitare ai fedeli nuove sofferenze; altre fonti rilevano “una continuità nelle discriminazioni e nella repressione mirata”. Altri ancora sostengono che i cristiani hanno manifestato apertamente la loro fedeltà allo stato e per questo l’esercito dell’opposizione li scaccia. Ora le famiglie cristiane di Qusayr hanno iniziato il loro esodo di sfollati verso le valli e le campagne circostanti. Alcuni si sono rifugiati da parenti e amici a Damasco. Alcune famiglie, pochissime, hanno voluto coraggiosamente restare nella loro città natale, ma non si sa a quale sorte potranno andare incontro. Fonti di Fides ribadiscono che gruppi di estremisti islamici salafiti, che sono nelle file dell’opposizione armata, considerano i cristiani “infedeli”, ne confiscano i beni, compiono esecuzioni sommarie e sono pronti ad avviare una “guerra confessionale”.
 (PA) (Agenzia Fides 9/6/2012)


Teheran (Agenzia Fides) – Una chiesa protestante della “Assemblea di Dio” nel quartiere Janat-Abad, a Teheran, ha ricevuto l’ordine immediato di chiusura da funzionari di intelligence della Guardia Rivoluzionaria Iraniana. Secondo fonti locali, al Pastore che guidava la comunità è stato ordinato di cancellare tutte le attività della chiesa. I fedeli cristiani che la frequentavano restano all’improvviso senza luogo di culto, afferma in un nota inviata a Fides l’Ong “Christian Solidarity Worldwide” (CSW). La Guardia Rivoluzionaria è nota per l'utilizzo di metodi aggressivi e per gli interventi in situazioni considerate “minacce alla sicurezza nazionale o alla stabilità” del paese. I suoi interventi sulle questioni di libertà religiosa sono, dunque, piuttosto preoccupanti, nota CSW. Fonti locali confermano che tutte le chiese cristiane di Teheran che celebrano il culto in lingua farsi (la lingua nazionale) sono state minacciati di chiusura e le autorità intendono eliminarle del tutto. 

La chiusura della chiesa dell’Assemblea di Dio è l'ultima mossa in un giro di vite avviato a partire dalla fine del 2011, quando ad Ahwaz una chiesa della stessa denominazione è stata perquisita e tutti i presenti sono stati arrestati, compresi i bambini della scuola domenicale. Nel 2012 i leader delle Chiese anglicane di San Pietro e di San Paolo a Esfahan sono stati arrestati dalla polizia e uno di loro rilasciato a maggio con una cauzione di circa 40.000 dollari. Un mese fa i leader di un’altra chiesa dell’Assemblea di Dio nel centro di Teheran hanno denunciato controlli e ispezioni intrusive su tutti i membri della comunità. Più di recente, i membri della Chiesa presbiteriana dell’Emmanuele a Teheran sono stati arrestati, e alla chiesa è stato ordinato di cessare tutte le attività settimanali, ad eccezione dei servizi liturgici domenicali. Dall’inizio del 2012, in Iran si registra un aumento di arresti, persecuzioni, processi e incarcerazioni di convertiti al cristianesimo, in particolare a Teheran, Kermanshah, Esfahan e Shiraz. Secondo CSW si tratta “di una evidente escalation, in cui si vuole rappresentare l'attività cristiana come un pericolo per lo stato”. (PA) (Agenzia Fides 9/6/2012)

Qusayr (Agenzia Fides) – Esodo dei cristiani nell'Ovest della Siria: la popolazione cristiana che era rimasta nella cittadina di Qusayr, nei pressi di Homs, è fuggita in seguito a un ultimatum lanciato dal capo militare dell’opposizione armata, Abdel Salam Harba. E’ quanto riferiscono fonti locali di Fides segnalando che, in seguito allo scoppiare del conflitto, dei diecimila fedeli che abitavano la cittadina, ne erano rimasti solo mille, che ora sono stati costretti a fuggire in fretta a furia. Alcune moschee della città hanno rilanciato il messaggio, annunciando dai minareti: “I cristiani devono lasciare Qusayr entro sei giorni, che scadono questo venerdì”. L’ultimatum, dunque, è scaduto ieri, 8 giugno, e ha prodotto paura fra la popolazione cristiana che aveva ricominciato a sperare dopo la presenza di padre Paolo Dall’Oglio, il gesuita che si era fermato a Qusayr per una settimana, con l’idea di “pregare e digiunare per la pace, nel bel mezzo del conflitto” (vedi Fides 30/5/2012).

La ragioni di questo ultimatum restano oscure. Secondo alcuni, esso serve a evitare ai fedeli nuove sofferenze; altre fonti rilevano “una continuità nelle discriminazioni e nella repressione mirata”. Altri ancora sostengono che i cristiani hanno manifestato apertamente la loro fedeltà allo stato e per questo l’esercito dell’opposizione li scaccia. Ora le famiglie cristiane di Qusayr hanno iniziato il loro esodo di sfollati verso le valli e le campagne circostanti. Alcuni si sono rifugiati da parenti e amici a Damasco. Alcune famiglie, pochissime, hanno voluto coraggiosamente restare nella loro città natale, ma non si sa a quale sorte potranno andare incontro. Fonti di Fides ribadiscono che gruppi di estremisti islamici salafiti, che sono nelle file dell’opposizione armata, considerano i cristiani “infedeli”, ne confiscano i beni, compiono esecuzioni sommarie e sono pronti ad avviare una “guerra confessionale”.(PA) (Agenzia Fides 9/6/2012)

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